venerdì 31 maggio 2013

DALL'ALTO...

Secondo me prima o poi ci arriveremo. Tra tanti anni forse, ma ci arriveremo. Ed io spero di esserci ancora almeno per farmi un giro. L'ho sempre pensato ma devo confessare che un po' mi vergognavo a dirlo, quasi come se fosse un sogno da bambino. Ma ora, dopo aver visto questo sito mi sento autorizzato a parlarne perché c'è già qualcuno che ci sta lavorando.

Questa storia delle macchine volanti mi ha sempre intrigato fin da bambino non tanto per l'idea in sé del volare, che  non amo più di tanto, ma per le inevitabili conseguenze che una conquista del genere porterebbe con sé.

Cambierà tutto: l'approccio alle cose, la prospettiva da cui vedremo il mondo. La percezione di noi stessi. 

Dominando le cose dall'alto ci sentiremo onnipotenti come degli Dei Greci ma infinitamente piccoli. Vedremo tutto con maggior distacco. Saremo più fatalisti ma allo stesso tempo più fragili. 





                                                                             Photo by Klaus Leidorf


Si ridurranno le distanze. Cambierà inevitabilmente il nostro modo di intendere la vita. Il concetto di  famiglia sarà più fluido, mutevole, meno arcaico. Ci si muoverà di più.

Perderemo il concetto di viaggio (ed è una grande perdita) per far spazio al cinico concetto di movimento e spostamento che manca di poesia e guadagna in praticità.

La letteratura di viaggio diventerà un genere per pochi eletti. Da circolo privato. Una lusso per nostalgici.

I confini salteranno e finalmente ci mischieremo come dovrebbe essere stato da tempo. Avremo meno paura l'uno dell'altro,  finalmente le relazioni a distanza funzioneranno  perché il concetto di distanza sarà una carcassa vuota del suo significato. Si farà più all'amore e ci saranno più bambini.

Cambieremo il nome alle cose.

Nembi, cumulonembi e altocumuli faranno parte del linguaggio corrente al pari di una preposizione o di un aggettivo. La meteorologia verrà insegnata nelle scuole al pari della matematica e torneremo ad avere più soggezione e rispetto per la Natura cercandola di capire.

La benzina sparirà e finalmente la si finirà di far stupide guerre. Ci sarà meno inquinamento.

Le nostre città, sviluppate verticalmente, saranno più buie e scure e dal basso dovremo lottare per vedere un frammento di cielo.  Le piante faticheranno a crescere.

All'inizio circoleranno pochi prototipi. Ovviamente l'America sarà prima fra tutti: spavalda e avanguardista. Poi arriveranno da noi.  Un po' come per  i film.

Questa volta però sarò contento così. Mi rassicura l'idea che qualcuno che le abbia collaudate per noi.

Primo fra tutti La comprerà l'industriale brianzolo e poi suo figlio laureato alla Bocconi. E lentamente,  ma neanche troppo, sarà di uso comune. Diventerà indispensabile come tutto ciò che prima non c'era e solo per il fatto che esista non ne possiamo più fare a meno.

E noi genitori impareremo dai nostri figli. Avremo questo privilegio.  Anche se continueremo a preferire la bicicletta, le passeggiate in montagna e i viaggi in treno. Ma ci adegueremo.  Come i nostri genitori hanno fatto con il computer e poi con il cellulare. Prima con diffidenza, poi con rabbia, tenerezza ed infine senza poterne fare a meno.

C'è chi farà carte false per possederne una. Ci saranno mutui e finanziamenti  e le normali quattro ruote diventeranno pezzi da museo per collezionisti.

Ci saranno degli auto raduni di vecchie Fiat  Tempra. Sarà il nuovo vintage. Il vintage dell'orrido.

Le vecchie strade marciranno e fuori dalle città la Natura avrà il sopravvento.

Avremo la testa tra le nuvole. Senza che questo sia un'offesa. Forse lassù ci sentiremo un pò' più vicini a chi non c'è più. Chi lo sa

Io almeno una volta la vorrò  provare.  Andrò fuori a cena con mia moglie a Londra. Partiremo  dal tetto di casa nostra.  Inserirò il pilota automatico come mio figlio mi ha insegnato.  Passeremo sopra la Foresta Nera e poi la Manica e le bianche scogliere di Dover. E da lontano vedremo avvicinarsi le luci della città. Come vedevamo nei film da piccoli.


Blade Runner
by Ridley Scott

Sulla strada del ritorno mia moglie si addormenterà, e rimarrò solo con i miei pensieri.  Penserò a mio padre quando mi insegnò a guidare nel parcheggio di San Siro, con mio fratello piccolo dietro che rideva.

Dall'alto si vedono le cose meglio, con più distacco ma con un'infinita nostalgia.


martedì 28 maggio 2013

CRITERION COLLECTION COVERS ART. ERIC SKILLMAN. Parte I

Voglio cominciare questo viaggio tra le copertine della Criterion Collection mostrandovi i lavori di Eric Skillman.

Eric lavora ormai da 11 anni alla Criterion nell'Art Department dove ha ricoperto diversi ruoli. Ha cominciato come Art Department Manager per poi diventare Graphic Designer ed infine Art Director

I lavori che vi mostro qui di seguito sono i suoi  più significativi che meglio lo rappresentano. Non ci saranno quelli che ha eseguito con la collaborazione di altri graphic designer, illustratori o cartoonist. Quelli verrano messi in una sezione a parte. Abbiate pazienza...

Eric tiene un blog dove spiega approfonditamente le varie fasi di lavoro, le scelte creative, le piste sbagliate.  Purtroppo ha smesso di aggiornarlo. Secondo me perché gli è nato un figlio. Come biasimarlo.

Ho trovato però una sua recente intervista all'interno del podcast radiofonico TMSTIDK (Tell me something that I don't know). Tra l'altro vi consiglio di iscrivervi al podcast perché ci sono altre interessanti interviste, ne pubblicano due al mese.


Berlin Alexanderplatz
by Rayner Werner Fassbinder

"Appropriately for Fassbinder’s fifteen-hour masterpiece, the process of coming up with a design for Berlin Alexanderplatz was epic".

 Link agli appunti di Eric sul lavoro



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Lady Vanishes
by Alfred Hitchcock

Prove di lettering

"The type has no real justification other than a vague period-appropriateness and my great affinity for Chris Ware (in the 3D shadowing), but it really seems to work for whatever reason. Never underestimate gut instinct in design, I say".


Di Chris Ware vi parlerò approfonditamente in una sezione a parte tra qualche settimana...


 Link agli appunti di Eric.


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Blow Out
by Brian De Palma

Questa copertina è un grande esempio di sintesi.  Ogni volta che la osservo mi stupisco di come  questo fotogramma possa contenere tutta l'essenza del film. 
                                             
Qui trovate due vecchi test di prova.

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Stagecoach
by John Ford

"This movie is pure bottled fun. But like a lot of old Westerns, it never got the design it deserved. Especially when they get to DVD, so many classic Westerns just get the "big John Wayne in a cowboy hat headshot" treatment. So I really wanted to try to find a new angle on film westerns, something other than the aged sepia-toned thing that you see so often".



"I remembered some great prints that Josh Cochran showed me, which evoked old tin toy packaging, screen printing, and just plain looked great. And how about those colors! So that sparked some ideas, about how to use negative space and color".


 Link agli appunti di Eric.


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Tokyo Drifter
by Seijun Suzuki















"The movie is slick and just plain cool, so that’s really the main thing we wanted to get across in the design. The way the film uses color and composition is certainly bold and striking, and we definitely wanted to capture something of that feel". 

 Link agli appunti di Eric.



FINE PARTE I


venerdì 24 maggio 2013

CRITERION COLLECTION COVERS ART. Prologo.



MISHIMA: A life in four chapters by Paul Schrader
Art Direction: Sarah Habibi, Neil Kellerhouse.
Vi piace questa copertina? Che cosa provate quando la vedete? Attrazione? Repulsione? Io penso sia perfetta. La desidero. Vorrei terribilmente averla tra le dita, sfogliarla. Sentire l'odore della carta. In poche parole vorrei possederla e poi metterla in bella mostra sulla mia libreria. Collezionarla.

Alla Criterion Collection c'è un Art Department, capitanato da Sarah Habibi, che lavora senza sosta perché tutto questo succeda. Qualità è la parola d'ordine. E la ottengono collaborando con i migliori graphic designer ed illustratori in circolazione. E noi godiamo.

Ciò che è interessante è la filosofia che c'è dietro a tutto questo. Alla Criterion non troverete mai un'impostazione grafica uguale ad un'altra. Ci potranno essere delle similitudini, dei richiami ma mai e poi mai ci sarà una ripetizione, un doppione, perché  ogni film ha una storia a sé ed ogni copertina cerca di esprimerne al meglio l'essenza.

Con le copertine Criterion c'è quasi sempre un prima e un dopo ed  questa è la loro vera scommessa.

PRIMA: sei nel negozio, il tuo occhio cade sulla copertina e ne sei attratto perché è semplicemente bella. Compri il dvd.
DOPO: una volta visto il film la copertina assume un'altro significato. Si passa così da un piano estetico ad uno interpretativo.

Artwork by Criterion cast

Chiaramente questo tipo di lavoro richiede tempo, talento e  sensibilità. A seconda di ciò che il  progetto (film) necessita, gli art director "di casa" decidono se svilupparlo internamente o avvalersi della collaborazione di graphic designer e/o illustratori esterni. Spesso è proprio da queste sinergie che nascono i lavori più interessanti.
Un progetto grafico completo (che comprende copertina, packaging, menù del dvd e booklet) in genere  richiede almeno dai due ai tre mesi di lavoro.

Inevitabilmente con il passare degli anni si è sviluppata un'estetica Criterion dove eleganza e incisività sono gli aggettivi che meglio la definiscono. Una copertina Criterion la si riconosce in mezzo a tante altre. Te la ricordi.
In queste settimane, la notte (di giorno scrivo),  mi sono letteralmente immerso in questo mondo. Ho cercato di capire chi c'è dietro ognuna di  queste piccole opere d'arte.  E' stata una ricerca lunga e faticosa ma che ha dato i suoi frutti. Come sempre succede una volta aperto il "vaso di Pandora" sono stato letteralmente travolto da una quantità enorme di aneddoti ed informazioni. Ci ho messo del tempo a riordinarne il contenuto ma alla fine eccomi qua a condividerlo.

Ogni post tratterà  il lavoro di un' artista diverso.

Un'ultima riflessione prima di incominciare. Mi ha stupito molto la dinamicità del mondo dei graphic designer e sopratutto la voglia di condividere le proprie esperienze. Tutti hanno un loro blog dove parlano apertamente del loro processo creativo senza tanti misteri. Come dissi tempo fa condivisione=crescita. Loro lo hanno capito e ne traggono giovamento. Sarebbe bello che fosse così anche per il mio mestiere ma al momento all'orizzonte vedo solo tanti piccoli orticelli circondati da alte staccionate e sguardi diffidenti.

Nel prossimo post vedremo le copertine di Eric Skillman, graphic designer di Brooklyn, in-house Art Director alla Criterion Collection.


venerdì 17 maggio 2013

MONDO NERD! CRITERION COLLECTION ovvero l'estasi del fanatico di cinema - parte I


Days of Heaven
by Terrence Malick
E' da qualche anno che mi ronza in testa un' idea malsana. Vorrei fare una rapina alla Criterion Collection. Non ne ho mai parlato con nessuno. Solo mia moglie è a conoscenza di questo progetto e mi ha promesso di non dirlo a nessuno. E' tutto già pianificato. Una mattina di queste uscirò di casa  e al posto di portare i mie figli all'asilo andremo tutti insieme a New York. Tommy (il Piccolo) farà il palo in strada mentre Giacomo (il Grande) butterà giù la porta a spallate. Credo fermamente nella valorizzazione e ottimizzazione delle risorse interne alla famiglia, sopratutto in un periodo di grande crisi.

La Criterion Collection è una società  americana di distribuzione home-video. Dal 1984 la sua missione è quella di pubblicare nuovi e vecchi capolavori del cinema mondiale restaurandoli (ora in alta definizione) e arricchendoli con originali contenuti extra. Ogni mese vengono proposti almeno 12 nuovi  film. Alcuni sono delle ri-edizioni in blu-ray, altri delle novità assolute: ormai il catalogo conta circa 931 film da ogni parte del mondo.

L'Italia è rappresentata con 58 titoli dei nostri registi più conosciuti: Fellini, Rossellini, Pasolini, Pontecorvo, De Sica, Monicelli, Bertolucci, Bellocchio, Germi, Antonioni, Rosi, Olmi, Visconti, Lattuada, Cavani. L'unico film degli ultimi 10 anni è Gomorra di Matteo Garrone.

Affianco alla collana Criterion dal 2007 è stata inaugurata una nuova collana Eclipses che raccoglie una selezione di classici perduti o dimenticati ad un prezzo abbordabile.

Il Posto
by Ermanno Olmi
Il mio amore per la Criterion è cominciato anni fa in un video-store di New York dove per caso ho trovato un film di Ermanno Olmi che cercavo da tantissimo tempo e che mai avevo visto prima: Il Posto.

Ciò che mi ha colpito maggiormente oltre alla qualità del video e dell'audio è stata la varietà e la ricchezza dei contenuti speciali. Così sono andato sul sito web, ed è stato allora che ho scoperto  un mondo da cui non avrei più voluto fare ritorno: il mondo Criterion ovvero l'estasi del fanatico di cinema.

LE 4 REGOLE DI MR. CRITERION 

1 Ogni film è presentato nel suo montaggio e formato originale come voluto dal regista.
2 Ogni restaurazione parte dal miglior negativo originale del film trovato in  giro per il mondo.
3 Il processo di digitalizzazione viene seguito da colorist di fiducia in grado di garantire un alto standard qualitativo.
4 Quando possibile vengono coinvolti il regista e il direttore della fotografia affinché il look del film sia il più possibile vicino alle loro intenzioni.

The Great Dictator
by Charlie Chaplin
Quella che la Criterion Collection offre è a tutti gli effetti un'esperienza unica nel panorama dell'home video. Ogni edizione è curata nei minimi particolari dalla copertina al booklet interno. Possedere un dvd Criterion è estasi pura. Sono talmente belli che potrebbero anche funzionare come soprammobili.       

Il sito è fatto molto bene ed è diviso in varie sezioni. Ci sono contenuti interessanti ed inusuali. Ogni film ha una scheda personale con tutti i materiali relativi ad esso: saggi, fotografie, clip e quant'altro. Quella del film The Royal Tenenbaum merita una visita ma vedetene anche altre. 

TOP TEN LIST
Cose da nerd. Personaggi celebri del mondo dell'arte della musica, del fumetto e del cinema stilano una classifica dei loro film preferiti alla Criterion. Guardate le liste di Adam Yauch, Seth, Sonic Youth, Paul Schrader, Nicholas Winding Refn's, Christopher Nolan, Jonathan Lethem, Iron and Wine, Marcel Dzama, Wes Anderson. Ma se non siete soddisfatti  potete registrarvi al sito e fare la vostra top ten.


Hands over the city
by Francesco Rosi
THEMES 
Qui trovate raggruppati diversi film secondo tematiche proposte dallo staff.  Tra le mie preferite ci sono: Noir and Neonoir, New York stories, First Films, Growing Pains. Ciò che è certo è che alla Criterion si fanno delle grandissime canne...
E' sostanzialmente il blog della Criterion dove trovate una summa di tutto ciò  che c'è nel sito diviso per argomenti. 



Le 3  motivazioni per cui Mr Criterion ha scelto di riproporre  proprio quel film. Guardatevi quella di Band of Outsiders!

Personaggi del mondo del cinema vengono invitati nel magazzino della Criterion a scegliersi dei dvd. Tra gli altri Wim Wenders, Guillermo del Toro, Harry Savides's.

Tutta questa qualità la si paga e non poco. I dvd costano dai 30 ai 40$.  Ma alla Criterion sono al passo con i tempi e da un po' di tempo a questa parte hanno stretto accordi con il web (Hulu Plus o I Tunes america) dove potete trovare molti dei loro film in affitto o in vendita. 

Delle  domande però sorgono spontanee. Come è possibile che una realtà così di nicchia riesca a sopravvivere in un mercato così spietato come quello dell'home video? Alla Criterion dove trovano i fondi per mantenere un livello qualitativo così alto? Ci sarà dietro un benefattore? Purtroppo non ho delle risposte ma ciò che è certo lunga vita a Mr Criterion!
                                                     

venerdì 10 maggio 2013

DISTILLATI. L'incredibile storia di un ex burattinaio ebreo sessuomane



IL TEATRO DI SABBATH di Philip Roth. 1996. Einaudi.




Ecco una pregiatissima bottiglia proveniente direttamente dalla mia sezione DISTILLATI.
Mi rendo conto che consigliarvi un libro del grande Philip Roth sia cosa facile e scontata ma tra i suoi titoli che vengono solitamente citati non c'è mai il Teatro di Sabbath. Un libro immenso con un indimenticabile protagonista: Mickey Sabbath.

Io l'ho scoperto per caso una dodici anni fa in una sessione di cazzeggio sfrenato in libreria. All'epoca ancora non avevo letto i grandi capolavori di Roth quindi la mia è stata una scelta dettata dal caso e dalla fortuna. Quando si comprano i libri ci vuole molto culo. Comunque in questo caso, come spesso succede, è stata la copertina ad attirare inizialmente la mia attenzione. Poi dopo aver letto le note  sulla quarta di copertina ho deciso si comprarlo.

Arrivato a casa l'ho messo nella mia libreria. Ed è rimasto lì per dodici lunghi anni. Ogni tanto mi capitava tra le mani, lo sfogliavo. Mi continuavo a ripromettere che lo avrei letto. Nel frattempo divorai  altri libri di Roth finché l'estate scorsa prima di partire per le vacanze l'ho messo in valigia.

L'ho letto in due settimane e mezzo. E mi ha lasciato quella sensazione di pienezza che ti danno i grandi libri. Tornato a casa a Milano me lo sono tenuto per qualche mese sul comodino così giusto per averlo sotto gli occhi.

Se siete incuriositi dal personaggio Philip Roth c'è una bellissima intervista sulla Paris Review!


lunedì 6 maggio 2013

STRAORDINARIO!

Dopo tutto penso che una spiegazione sia doverosa quanto necessaria. Almeno per chi mi legge.

Perché aprire un blog e chiamarlo STRAORDINARIO! ?

Credo fermamente nella condivisione come momento di crescita personale e collettiva. Sopratutto in un periodo in cui il nostro Paese sta precipitando nel baratro più nero.  

Devo ammettere che io per primo sono stato pessimo nel condividere. Ho saccheggiato dagli altri e raramente condiviso.  

Ho sempre pensato che il mio modo di condividere fosse fare film. Ma mi sbagliavo. E' troppo poco. E' una forma un po' stitica di condivisione quella di realizzare un film ogni tre anni. Dunque ho deciso di essere un po' più presente  e di darmi da fare vincendo ogni mia iniziale resistenza. 

In questo più di tutti  mi ha aiutato il post di una ragazza che qualche mese fa ha condiviso sulla sua bacheca le seguenti parole:

"Questa mattina emorroidi a grappoli. Consigli?"

Straordinario.

Da quel momento mi sono sentito più leggero e sopratutto autorizzato in un qualche modo ad aprire le porte non del mio bagno ma di tutto ciò che abitava dentro il mio cervello. Chiaramente l'ho fatto mettendo uno filtro speciale che desse un senso a tutto ciò che vi avrei proposto.   

E questo filtro è STRAORDINARIO! il mio blog. Vorrei che attraverso di esso passassero contenuti al di fuori dall'ordinario e per questo speciali anche nella loro imperfezione. 

Questi contenuti man mano che verranno creati e pubblicati saranno collocati in piccoli cassetti affinché possano poi essere di facile consultazione.

REAL LIFE: Spaccati di vita del cazzone che vi sta scrivendo.
INCONTRI: Incontri con persone straordinarie.
DISTILLATI: Una selezione accurata di libri vecchi e nuovi.
STORIE: Racconti brevi che ho scritto.
NERDISMI: Gli strippi di un nerd. 
LA LISTA DELLA SPESA: Libri comprati nel mese corrente.

STRAORDINARIO! è anche un'esclamazione. Contiene in sé l'ansia, la gioia e lo stupore del condividere.

Concludo con un divertente aneddoto che ho scoperto per caso tanti anni fa e che ancora non avevo condiviso con nessuno ma che forse riassume più di mille parole l'essenza del concetto dello Straordinario e dunque di questo blog. 


Il 4 febbraio del 1912, alle 8.30 del mattino, Franz Reichelt, artigiano tessitore di origine austriaca, tenta di volare con un “vestito paracadute” di sua invenzione, destinato a preservare gli aviatori contro le cadute pericolose, gettandosi dal primo piano della Torre Eiffel. Non planerà e morirà di paura prima di schiantarsi al suolo davanti agli occhi dei giornalisti increduli. Si narra che qualche secondo prima di saltare l'uomo avesse guardato il suo assistente negli occhi sussurrandogli queste parola: "Extraordinaire!"